Continua da “Go West, young man (9 di 10)

Siamo giunti al termine del nostro viaggio nel fantastico mondo del Far West. Oggi vedremo dieci film usciti tra il 2004 e il 2018. Anche in questi due decenni (come negli anni ’90) il western non è riuscito a riaffermarsi definitivamente, ma sono usciti tanti ottimi titoli. Alcuni ho dovuto lasciarli fuori per questioni di spazio come il buon “Appaloosa” del bravo Ed Harris, e “Caccia spietata” con Liam Neeson e Pierce Brosnan.
Anche “Blueberry“, tratto dall’omonimo fumetto, e uscito nel 2004 non era niente male.
Ora vediamo i dieci titoli che ho scelto per oggi.

Siete pronti per continuare il nostro viaggio? allora andiamo…

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Terra di confine
Titolo originale: Open Range
Regia: Kevin Costner
Interpreti: Kevin Costner, Robert Duvall, Annette Bening, Michael Gambon, Michael Jeter, Diego Luna
Anno: 2003
Paese di produzione: Usa
Durata: 132’

“Boss” Spearman (Robert Duvall) e Charley Waite (Kevin Costner) sono due mandriani che, insieme a Mose e Button, conducono le loro mandrie per le praterie americane. Un giorno il gruppo viene a scontrarsi con Denton Baxter (Michael Gambon) un prepotente alevatore. Boss e Charley potranno contare sull’aiuto di Sue Barlow (Annette Bening), sorella del medico del paese.

Tredici anni dopo il grande successo di “Balla coi lupi” e sei dopo il pesante flop de “L’uomo del giorno dopo”, Costner torna alla regia con il genere a lui più congeniale, con un’opera deliziosamente fuori moda e convincente. Un western dal sapore classico come non se ne vedevano da tanti anni, che strizza l’occhio ai grandi maestri come Ford e Hawks, ma con leggere divagazioni. I grandi temi trattati in passato come l’amicizia virile, non sono più una certezza assoluta. Tra Boss e Charley si instaura un rapporto padre – figlio, ma tra i due prevale l’incomunicabilità, come anche nel rapporto sentimentale che si crea tra Charley e Sue.
A sorpresa il film fu un successo, incassando 68 milioni di dollari; il triplo di quello che è costato.

Frasi dal film: “Ci sono cose che uccidono un uomo più della morte“. (Charley Waite)

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L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford
Titolo originale: The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford
Regia: Andrew Dominik
Interpreti: Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Shepard, Mary Louise Parker, Sam Rockwell, Jeremy Renner
Anno: 2007
Paese di Produzione: Usa, Canada, Gran Bretagna
Durata: 160’

Dopo la guerra di secessione, il bandito Jesse James (Brad Pitt) è osannato dagli abitanti del Sud, e insieme alla sua banda, rapina i treni dell’Unione. Un giorno si unisce al gruppo il giovane Robert Ford (Casey Affleck), colui che un giorno lo ucciderà vigliaccamente con un colpo di pistola alle spalle.

Ennesima rivisitazione del mito di Jesse James. Questa volta il regista neozelandese Andrew Dominik si concentra sull’ultimo anno di vita del bandito focalizzandosi sul tema della mitizzazione. Molti sudisti portano con sé la foto di Jesse James, ed egli stesso è convinto che la fama eroica attribuitagli abbia poco da spartire con la realtà dei fatti. È un’opera interessante e contemplativa, che per via della sua lunghezza e i numerosi momenti silenziosi può risultare poco appassionante. Ma è da vedere per diverse ragioni: l’interpretazione di Brad Pitt, che gli valse la Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia 2007, per la bellissima fotografia di Roger Deakins, e per la colonna sonora ipnotica di Nick Cave.

Frasi dal film: “Non riesco a capire… tu vuoi essere come me… o vuoi essere me?” (Jesse James)

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Il Grinta
Titolo originale: True Grit
Regia: Joel e Ethan Coen
Interpreti: Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper
Anno: 2010
Paese di produzione: Usa
Durata:110’

La quattordicenne Mattie Ross (Hailee Stenfeld) dedide di assoldare il cacciatore di taglie Rooster Cogburn (Jeff Bridges) per cercare Tom Chaney (Josh Brolin), l’uomo che ha ucciso suo padre. Insieme a loro si unisce La Boeuf (Matt Damon) ranger texano.

Nella scelta di questi cento film ho fatto una scelta ben precisa per restringere il campo e facilitarmi il lavoro: niente remake. Per “Il Grinta” ho dovuto, però, fare un’eccezione perché trovo sia migliore dell’originale. I fratelli Coen dopo l’Oscar di “Non è un paese per vecchi”, il bizarro “Burn after reading” e il coraggioso “A serious man”, firmano un gran film, molto più fedele al romanzo di Charles Portis da cui è tratto, con bellissimi dialoghi e sequenze mozzafiato.
Successo di pubblico inaspettato e dieci nomination agli Oscar, senza vincerne nemmeno uno.

Frasi dal film: “L’amore per la decenza non alberga in te”. (Rooster Cogburn)

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Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Interpreti: Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Don Johnson, Jonah Hill, Franco Nero
Anno: 2012
Paese di produzione: Usa
Durata: 165′

Il cacciatore di taglie tedesco King Schultz (Christoph Waltz) libera lo schiavo di colore Django (Jamie Foxx), per farsi aiutare nella caccia a due criminali. Dopo alcune disavventure, i due arrivano a Candyland, piantagione di cotone dove regna il sadico latifondista Calvin Candie (Leonardo DiCaprio).

Il merito maggiore del settimo lungometraggio di Tarantino, è quello di aver realizzato un western che è riuscito ad appassionare non solo i fan del genere. Nel tentativo di volerlo modernizzare risulta banale: colonna sonora pop-rock e scene splatter a volontà non portano niente di innovativo ma, anzi, rischiano di annacquare il film. L’aspetto più riuscito è nella direzione degli attori: tutti bravissimi, in particolare Christoph Waltz (che vince il suo secondo Oscar dopo “Bastardi senza gloria”) e DiCaprio, in un ruolo diventato tra i più iconici della sua filmografia.
Grande successo di pubblico: 425 milioni di incasso a fronte di una spesa di 100 milioni.

Frasi dal film: “Django. La D è muta”. (Django)

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The Lone Ranger
Regia: Gore Verbinski
Interpreti: Armie Hammer, Johnny Depp, Helena Bonham Carter, Tom Wilkinson, William Fichtner
Anno: 2013
Paese di produzione: Usa
Durata: 149’

L’anziano indiano Tonto (Johnny Depp), costretto a fare da statua nel tendone di un circo, racconta la sua storia a un ragazzino, del suo incontro con l’avvocato John Reid (Armie Hammer) e di come quest’ultimo si trasformi nel giustiziere mascherato “Lone Ranger”. I due insieme dovranno vedersela con il criminale Butch Cavendish (William Fitchner) e con il magnate ferroviario Latham Cole (Tom Wilkinson).

Probabilmente i fan di Johnny Depp si aspettavano una pellicola di intrattenimento usa e getta come “I pirati dei caraibi”, ma in realtà “The Lone Ranger” ha più spessore di quanto sembri.
Nonostante sia stato pubblicizzato come un film d’azione e d’avventura, è un western a tutti gli effetti, e ne possiede tutti gli aspetti principali. Forse eccessivo nella durata, l’ultima mezz’ora, però, è puro cinema d’avventura, con un inseguimento dinamico e avvincente e abilmente girato.
Purtroppo si è rivelato un grande fiasco al botteghino, ed è un peccato perché film con un senso dell’avventura come questo se ne vedono sempre meno. L’unica pecca riguarda le scene con Tonto anziano; quelle sono totalmente prive di ritmo e distraggono dal contesto generale. Per il resto trovo sia il film più sottovalutato degli ultimi anni.

Frasi del film: “Mi chiami sempre Kemosabe. Che vuol dire?” “Fratello sbagliato”. (John Reid e Tonto)

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The Homesman
Regia: Tommy Lee Jones
Interpreti: Tommy Lee Jones, Hilary Swank, John Lithgow, Tim Blake Nelson, James Spader, Meryl Streep
Anno: 2014
Paese di produzione: Usa, Francia
Durata: 122’

Nebraska, 1854. Mary Bee Cuddyè (Hilary Swank) una giovane e tenace pioniera scartata da tutti gli uomini della zona per la sua eccessiva forza e determinazione. Si assume il compito di trasportare verso Est tre giovani donne malate mentalmente. Lungo il tragitto la donna salva la vita al vagabondo George Briggs (Tommy Lee Jones), il quale si unisce alle donne per proteggerle dai pericoli del West.

Tommy Lee Jones, al suo secondo lungometraggio dopo “Le tre sepolture” del 2005, realizza un western bellissimo che purtroppo è passato inosservato. Nonostante la regia classica e rigorosa, vengono messi in discussione alcune peculiarità del genere: questa volta il viaggio non è più verso l’Ovest ma verso Est, e la malattia è vista come un elemento che non può essere escluso dalla quotidianità poiché contraddistingue l’essere umano e la sua natura contraddittoria.
Ottima la Swank, scelta azzeccatissima, e di rilievo la breve comparsa di Meryl Streep.

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The Hateful eight
Regia: Quentin Tarantino
Interpreti: Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Jennifer Jason Leigh. Walton Goggins, Demian Bichir, Tim Roth, Michael Madsen, Bruce Dern, James Parks, Channing Tatum, Zoe Bell
Anno: 2015
Paese di produzione: Usa
Durata: 187’

Lungo le distese innevate del Wyoming viaggia una diligenza con all’interno il cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russell) e la donna che ha catturato, Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). Lungo la strada incontrano il maggiore Marquis Warren (Samuel L. Jackson) e Chris Mannix (Walton Goggins), nuovo sceriffo di Red Rock. Una bufera di neve li costringe a rifugiarsi presso l’emporio di Minnie e a condividere lo spazio con quattro sconosciuti: il messicano Bob (Demian Bichir), il boia Oswaldo Mombray (Tim Roth), il mandriano Joe Gage (Michael Madsen) e il generale Sanford Smithers (Bruce Dern). Ma alcuni di loro non sono chi dicono di essere.

Secondo western consecutivo per Quentin Tarantino. Questa volta troviamo meno splatter rispetto a “Django unchained” e più approfondimento psicologico. La lunga durata e la convivenza forzata tra gli otto protagonisti sono un’occasione per approfondire meglio la loro natura, attraverso dialoghi torrenziali ai quali Tarantino ci ha da tempo abituati. La vicenda è ambientata subito dopo la fine della Guerra Civile americana, per rappresentare meglio una nazione pervasa da una paranoia collettiva, e mettendo alla berlina il razzismo becero e la predisposizione alla violenza. Meno apprezzato rispetto a “Django unchained” sia in termini di incassi che di critica, in realtà è un’opera molto riuscita che può contare su un ottimo gruppo di attori e su una colonna sonora magistrale composta dal maestro Ennio Morricone.

Frasi dal film: “ ‘La mia cara vecchia Mary’, questo è un bel tocco” (Mannix leggendo la lettera scritta da Lincoln al maggiore Warren)

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Hostiles – Ostili
Titolo originale: Hostiles
Regia: Scott Cooper
Interpreti: Christian Bale, Rosamund Pike, Ben Foster, Stephen Lang, Wes Studi
Anno: 2017
Paese di distribuzione: Usa
Durata: 127′

Il capitano Joseph J. Blocker (Christian Bale), segnato da anni di violenze compiute verso gli indiani, deve scortare un gruppo di pellerossa verso il Montana. Durante il viaggio incontrerà Rosalie (Rosamund Pike), giovane donna sopravvissuta a un attacco di indiani.

Western di cui non si è parlato molto, nonostante l’ottimo cast in cui spicca, come al solito, l’ottimo Bale. Il film tratta il tema collaudato (e usurato) della violenza radicata nelle origini del popolo statunitense. Propone interessanti riflessioni sull’intolleranza e, anche se in maniera leggera, l’America di Trump. Con un incasso di 40 milioni di dollari, ha a malapena recuperato i costi di produzione.

Frasi dal film: “Ho ucciso selvaggi perché questo è il mio lavoro“. (Joseph J. Blocker)

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La ballata di Buster Scruggs
Titolo originale: The Ballad of Buster Scruggs
Regia: Joel e Ethan Cohen
Interpreti: Tim Blake Nelson, Brendan Gleeson, James Franco, Liam Neeson, Tom Waits, Zoe Kazan, Stephen Root
Anno: 2018
Paese di produzione: Usa
Durata: 132’

Sei episodi indipendenti ambientati nel Far West. Il pistolero canterino del titolo (Tim Blake Nelson), uno sfortunato rapinatore di banche (James Franco), un uomo di spettacolo (Liam Neeson), un vecchio cercatore d’oro (Tom Waits), una carovana in viaggio e cinque uomini su una diligenza.

Quando ho iniziato a pensare a questo progetto, “La ballata di Buster Scuggs” sarebbe dovuto essere l’ultimo film della lista, perché l’intenzione era quella di iniziare e finire con due titoli “insoliti”; il primo perché durava undici minuti (The Great Train Robbery), e l’ultimo perché è stato distribuito su Netflix e non è uscito al cinema. Però poi si è aggiunto un altro titolo, quindi questo film ho dovuto metterlo al penultimo posto. I fratelli Cohen tornano al western a 8 anni da “Il Grinta”, e dimostrano di saper gestire magistralmente il genere. Quello che stupisce di più sono i contrasti: il primo episodio sembra quasi una parodia del genere, con molti stereotipi messi alla berlina, mentre se analizziamo l’episodio “The Gal Who Got Rattled” assistiamo ad alcune sequenze di puro cinema western; come ad esempio l’attacco degli indiani: una scena emozionante girata da Dio. Troviamo anche una malinconia latente nell’episodio con Liam Neeson protagonista, in cui quest’ultimo veste i panni un impresario che viaggia con un carro insieme a un ragazzo mutilato sia di gambe che di braccia, attrazione del suo spettacolo itinerante. Divertente il breve episodio con James Franco, mentre Tom Waits risulta sempre carismatico nel ruolo di un vecchio cercatore d’oro. Un film che farà felici gli appassionati di cinema western e (soprattutto) dei fratelli Cohen. Imperdibile.

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I fratelli Sisters
Titolo originale: The Sisters Brothers
Regia: Jacques Audiard
Interpreti: John C. Reilly, Joaquin Phoenix, Jake Gyllenhaal, Rutger Hauer, Riz Ahned, Carol Kane
Anno: 2018
Paese di produzione: Usa, Francia, Spagna, Romania
Durata: 120’

Charlie (Joaquin Phoenix) e Eli Sisters (John C. Reilly) sono due fratelli vivono nel selvaggio West di metà ottocento e uccidono per vivere. Il primo accetta la sua natura malvagia, mentre il secondo vorrebbe una vita normale. Vengono ingaggiati dal Commodoro (Rutger Hauer) per scovare e uccidere un chimico (Riz Ahmed) che ha scoperto una formula che separa l’oro dagli altri minerali. Sulle tracce dell’uomo si mette anche un investigatore (Jake Gyllenhaal).

In un momento in cui sembra che il western non abbia più niente di nuovo da dire, ecco che arriva “I fratelli Sisters” a sorprenderci. La pellicola diretta dal francese Audiard sorprende specialmente per alcune trovate insolite; mai in un film western la modernità era stata rappresentata attraverso uno spazzolino da denti e un bagno con acqua calda. Gli attori, inutile dirlo, sono magistrali.
Il film riesce a intrattenere e appassionare nonostante i pochi momenti di azione e alcuni momenti riflessivi. Da vedere.

Frasi dal film: “Noi siamo i fratelli Sisters. S.I.S.T.E.R.S… come sorelle“. (Charlie)

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Con questi dieci film siamo arrivati alla fine del nostro viaggio. Un viaggio meraviglioso lungo cento anni di grande cinema western. Scrivendo questa serie di post mi sono divertito tantissimo e mi sono immerso fino in fondo in questa epopea fatta di pistoleri, saloon, praterie e cavalli, ed è stato a dir poco meraviglioso. Questo è stato il progetto più lungo e impegnativo al quale mi sia dedicato (cento film non sono pochi), ma ho avuto l’ennesima conferma, casomai ce ne fosse bisogno, che il western è il mio genere preferito in assoluto. Ringrazio tutti quelli che hanno seguito questa lunga serie di post; il nostro scambio di commenti mi ha permesso di scambiare interessanti punti di vista. Ora, senza “Go West, young man” mi sentirò un po’ più solo, ma non preoccupatevi… sto lavorando a tanti altri progetti e post seriali… non mi fermo qui.

Grazie a tutti.

Alla prossima…